VOLK Rodolfo
Fiume (allora Italia), 14.1.1906 – Nemi (Rm), .. 11, 1983.
Centravanti
Esordio: 30.9.1928 – Roma – Liguria 4-1.

Stagione             Serie       Pres.      Reti

1928 - 29           C.N.        30       24
1929 - 30             A          31        21
1930 - 31             A          33        29
1931 - 32             A          33        17
1932 - 33             A          30        12



Totale                             157       103

… Chini, Fasanelli e Costantino cò Lombardo e cò D’Aquino, Vorche è un mago pe’ segnà…”  cantava la folla di Campo Testaccio… Punta storica della Roma, si era fatto le ossa nella “Fiumana”, la squadra della sua città. Passato in giallorosso, insieme a Mihailic (che fu dirottato al Napoli) divenne il primo eroe proprio di Testaccio, di lui il primo gol segnato sul mitico terreno di gioco, e di un eroe prese il nome di battaglia, Sigfrido, tradotto in “Sigghefrido”, per la sua aria nordica. Suo anche il primo gol in un derby. Biondo, massiccio, un vichingo. Altri lo chiamavano “Sciabbolone” (mentre Vittorio Emanuele III era “Sciaboletta”),  per le sue micidiali stoccate. “Io non penso, io tiro, e finché tiro è facile che segni!” diceva.  “Era fulmineo, al punto di essere considerato più pericoloso quando dava le spalle alla porta che quando l’aveva di fronte.” (Sandro Ciotti). Bernardini, anni dopo, disse di lui:”Ricordo quel centravanti che c’avevamo alla Roma, un certo Volk di Fiume, che faceva gol da tutte le parti e vinse la classifica cannonieri con 28 gol, allora. Era uno coi piedi un po’ sporchi, però c’aveva un fisico eccezionale! Dopo un derby che vincemmo in casa della Lazio per 4-1, ricevemmo un premio partita di mille lire, che io infilai nel taschino della camicia. Spuntavano come un trofeo…”. Volk riuscì a segnare 103 gol , exploit che lo colloca ai primi posti tra i cannonieri giallorossi. Dopo aver indossato la maglia numero nove della nazionale B (cinque gol in cinque partite), lascerà Testaccio, ceduto troppo presto (per stupidi dualismi con Guaita e Banchero) con destinazione Pisa, tra lo sconforto dei tifosi. Smessi gli scarpini finì a lavorare come usciere alla sede centrale del Totocalcio, a Ponte Milvio. Durante il periodo fascista il suo cognome subì numerose quanto stupide trasformazioni (una tra tutte: Folchi). È morto in una casa di cura, affetto da cardiopatia sclerotica compensata, ormai su una sedia a rotelle, in miseria. Quattro partite e due reti in Coppa d’Europa Centrale.

 

 (Alberto Pallotta e Angelo Olivieri)

 

 

"MAGICA ROMA - storia dei 600 uomini giallorossi"

unmondoaparte