CORDOVA Franco
Forlì, 21.6.1944
m. 1,79 – kg. 77
Centrocampista
Esordio: 3.12.1967 – Roma – Cagliari 2-3.


Stagione             Serie       Pres.      Reti

1967 - 68            A          16          1
1968 – 69           A          19          3
1969 – 70           A          23
1970 – 71           A          29          2
1971 – 72           A          25
1972 – 73           A          24          1
1973 – 74           A          21
1974 – 75           A          27
1975 – 76           A          28          2

Totale                            212         9
 

Napoletano purosangue, anche se nativo di Forlì, Ciccio Cordova denunciava, ogni tanto le sue origini partenopee. Dopo un gol di Taccola, per le esultanze del pubblico, con botti e lanci di razzi variopinti, confessò di essersi sentito all’amata Festa di Piedigrotta. Partì dalla serie C con la Salernitana (cresciuto, comunque, nella squadra napoletana della Flegrea) e con sole sei partite ed un gol si guadagnò le attenzioni del Catania per il salto nella massima divisione. Genio e sregolatezza, bizzarro ma straordinario, fece innamorare Herrera, che vide in lui il nuovo “Mariolino” Corso, forse ancora più bravo perché dotato di entrambi i piedi. Con l’Inter, però, non fu idillio e lo spirito ribelle del giovane, la sua continua mancanza di disciplina, l’incomprensione con gli anziani dello spogliatoio, ritardarono la sua esplosione, fino al 1975, anno che segnò il suo debutto in nazionale. Fu definito da alcuni il Mozart del calcio, capace di saltare gli avversari come birilli. Oggetto di affettuosi cori come: “Ciccio Cordova, Amarildo, Del Sol, ogni tiro è un gol!”, ma anche diffamatori quando decise di accasarsi all’altra parrocchia, la Lazio (“Ciccio boia! Ciccio boia!”). Un talento. Da un “Tifone” del ’68:”Sapete quello che fa Cordova nei periodi di grazia. È un campione, dimostrando di poterlo essere sempre se proprio volesse e si regolasse in conseguenza con la dovuta determinazione”. Solo nei gol un po’ carente. Quando ne segnò uno (finalmente), lo stesso giornale se ne uscì con questo titolo:”Segna Cordova, porca miseria!”. Lo scugnizzo, “quello che il pallone lo conosceva come pochi, gli dava del tu, non ci litigava come assai spesso ci capita di vedere con sommo dispetto su numerosi campi della cosiddetta massima divisione…” (Il “Tifone”). Sposò Simona Marchini, figlia di Alvaro, allora presidente della Roma, con non poche polemiche, anche successivamente. Erano in molti a ritenerlo capo di un governo ombra. Oggi è il marito di Marisa Laurito. In maglia azzurra ha giocato due partite. Concluse la carriera ad Avellino. Negli anni ottanta fu visto sulla panchina del Tivoli, come allenatore. Trentanove partite e dieci gol in Coppa Italia; sei presenze in Coppa delle Coppe; sei in Coppa  U.E.F.A..

                                            (Alberto Pallotta e Angelo Olivieri)

 

 

"MAGICA ROMA - storia dei 600 uomini giallorossi"

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